giovedì 1 novembre 2007

Perché questo blog sul "modello tedesco"?

Sono tedesco e vivo da 18 anni in Italia. E sono 15 anni che in Italia si discute sul sistema elettorale da introdurre per le elezioni del parlamento italiano. In tutti questi anni ho letto e sentito tanto su questo argomento, ho visto maggioranze di governo spaccarsi su questo argomento (bicamerale e seguito), ho osservato l'introduzione del sistema maggioritario "corretto" (come se fosse un caffè con la grappa) e ho subito - come tutti gli italiani - gli effetti del "Porcellum", la "nuova" legge elettorale introdotta 5 mesi prima delle ultime elezioni nel 2006 nel disperato tentativo del terzo governo Berlusconi di evitare la sconfitta elettorale, riproducendo una situazione rappresentativa talmente confusa da risultare in una quasi crisi di governo continua.
In tutti questi anni mi sono sempre chiesto: "Perché gli italiani non scelgono il sistema elettorale tedesco (per il parlamento federale), visto che la loro storia nazionale è tanto simile alla quella della Germania?" Finalmente - grazie anche al "porcellum" di Calderoli - si è iniziato a parlare seriamente del "modello tedesco" e della sua possibile introduzione in Italia dalla fine del 2006 in poi, tanto che sembrava l'ipotesi migliore sulla quale "negoziare e trovare un accordo" nell'attuale parlamento che potesse superare ampiamente la maggioranza semplice dei deputati.
Purtroppo però pare che qualcosa sta di nuovo andando storto. A Prodi, Veltroni, Berlusconi e Fini continua a non piacere il "modello tedesco", al massimo forse "corretto" (con la grappa italiana appunto). Sembrerebbe che "trattando" e "negoziando" con tutti i tatticismi del caso sul nuovo sistema elettorale o il "modello tedesco" verrà di nuovo abbandonato oppure verrà fortemente corretto appunto, tanto da mettere in crisi il suo stesso funzionamento o riducendo il suo alto grado di democraticità. E in questa situazione ho ricominiciato a sentire tante imprecisioni e falsità su questo sistema elettorale tedesco, che richiedono di essere contraddette, per onor di ragione e per rispetto per gli italiani che devono sapere cosa stanno per scegliere i loro rappresentanti politici.

Ora, se in Italia si introdurrà alla fine il "modello tedesco" o no, non mi farà cambiare idea e sentimenti nei confronti dell'Italia e degli italiani. E non credo che l'Italia diventi migliore solo perché introduce una cosa tedesca. Io comunque rimmarrei a vivere qui e cercherei a dare il mio contributo civile quando e quando posso.

Ma credo che:
- un sistema elettorale non può e non deve essere scelto in base a una negoziazione o tattica politica, ma in base ai migliori argomenti e le migliori ragioni che fanno prendere decisioni a favore o contro un sistema,

- il "modello tedesco" corrisponde perfettamente alle giustissime rivendicazioni di ambedue le "fazioni" che chiedono da un lato maggiore rappresentatività (e perciò sistemi elettorali proporzionali) o dall'altro lato maggiore governabilità e stabilità (e perciò sistemi elettorali maggioritari), perché il sistema elettorale della Germania rappresenta esattamente l'equilibrio di queste due esigenze per un paese democratico.

- Ed infine credo che si addice molto bene all'Italia e alle sue "sofferenze" politiche, rispondendo in maniera efficace alle preoccupazioni rispetto alla frammentazione dei partiti politici, alla instabilità dei governi dal 1948 in poi (e anche dopo il 1994) ed alla sua connaturale necessità di garantire la più ampia rappresentatività in un paese di anime individualiste e creative (lo dico con tutto il rispetto).

Questo blog dunque serve per provare a spiegare meglio il "modello tedesco" (da parte di qualcuno che in Germania ha vissuto e votato), di discutere i suoi dettagli con tutti i lettori e per commentare il progressivo andamento del dibattito politico in merito.

Non farò un discorso puramente intellettualistico, ma prenderò parte e commenterò in maniera secca ciò che sento e leggo, dato che non ho ambizioni scientifiche o giornalistiche e ritengo che le scelte politiche richiedono semplicità e chiarezza oltre che coerenza ideale ed intellettuale.

Mi auguro una partecipazione passionale da tutti, anche se si tratta di materia un po' "secca"!

Stefan Moritz

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