giovedì 1 novembre 2007

Critica No.2: Lo sbarramento al 5% è antidemocratico

Ovviamente questa critica è la più sentita dai piccoli partiti. Ma non per quello è quella meno importante. Ci sono 3 modi per rispondere: uno storico-politico, uno etico e uno comparativo (con i sistemi elettorali utilizzati negli ultimi 13 anni in Italia o quelli auspicati).

Dal punto di vista storico-politico: la assemblea costitutiva tedesca riteneva "non sufficientemente rappresentativo del bene comune" il voto per un partito che non raggiunge almeno il 5% dei voti, certamente ricordandosi dell'ingovernabilità della repubblica di Weimar e pensando agli effetti di antipolitica e successiva accesa di un movimento antidemocratico (il nazionalsocialismo) che ha prodotto. In questo senso ogni politico italiano, che conosce simili problemi di sfiducia nelle istituzioni in Italia, dovrebbe tenere in mente questo ragionamento.
Inoltre, essere un partito con meno di 5% dei voti e non essere rappresentato con deputati in parlamento NON VUOL DIRE ESSERE UN PARTITO VIETATO. Rimangono aperte sempre tutte le sedi extra-parlamentari per formulare le sue proposte o protestare contro le decisioni del parlamento e del governo, come i mass media, le piazze, i circoli, ecc. Semmai si potrebbe ragionare su una forma - perlomeno limitata - di finanziamento pubblico ANCHE di quei partiti che rimangono esclusi dal parlamento (a differenza di quanto succede invece in Germania).

Dal punto di vista etico lo sbarramento al 5% e ritenere meno voti "non sufficientemente rappresentativi del bene comune" si spiega con una visione della politica alla Max Weber nel senso dell'etica della responsabilità (contrapposta all'etica della coscienza o della testimonianza). Il rappresentante del popolo non è eletto in parlamento per testimoniare la sua coscienza o i suoi valori ed ideali. E' eletto in parlamento per prendere responsabilità nei confronti dei cittadini, sia come governo che come opposizione, ma sempre prendendo o contrastando delle decisioni che ritiene responsabili (o meno) per la società e gli individui.

Dal punto di vista comparativo e pragmatico: Certamente si potrebbe disquisire a lungo sul fatto se 5% sono troppo alti, giusto o addirittura bassi, o se il principio è democratico o meno. Direi, che la soglia del 5% è certamente una concessione alla stabilità e governabilità a discapito di un alto grado di democraticità e rappresentatività, ma è una scelta NELL'INTERESSE DELLA DEMOCRAZIA STESSA (anche se non sempre nell'interesse dei partiti).
Se però paragoniamo altri dispositivi con lo sbarramento al 5%, come per esempio il premio di maggioranza, il doppio turno o i noti limiti (o meglio le note costrizioni) del sistema maggioritario credo che anche questi sistemi hanno dei forti difetti di democraticità per quanto riguarda l'autonomia della scelta degli elettori o l'autonomia dell'azione politica dei partiti.

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