domenica 4 novembre 2007

Critica No. 3: “Non contrasta efficacemente la frammentazione”

Premesso che sia compito di una legge elettorale di contrastare la frammentazione politica, è vero che il la legge elettorale tedesca non inibisce la frammentazione dei partiti, come siamo abituati a vederla in Italia. Semplicemente perchè non esiste principio generale che sia compatibile con i principi della democrazia e nel nome del quale si possa vietare la creazione di partiti o la loro partecipazione a pieno titolo alle competizioni democratiche. Ogni tipo di intervento in questo senso sarebbe di dubbia costituzionalità.

La cultura politica della responsabilità e del bene comune superiore agli interessi di parte non si può imporre per legge. Essa richiede processi culturali lunghi e al massimo un calcolo di convenienza o di decenza ed immagine nei confronti dei loro elettori.
Il Partito Democratico è in Italia un primo passo verso questa cultura, e altri potrebbero esserlo progetti come la “Cosa Rossa”, il “Partito delle libertà” o il “Grande Centro” (se fosse veramente “grande” in termini d dimensioni :-) ...).

L'unica possibilità che rimane a una collettività politica per salvaguardare nell'interesse del bene comune “supremo” ed in nome della responsabilità nei confronti dei cittadini è di garantire governabilità e stabilità, e perciò disincentivare la frammentazione dei movimenti e partiti politici. E questo nel sistema tedesco viene fatto attraverso lo sbarramento al 5% e – molto importante – attraverso la limitazione delle possibilità di incidere ed intervenire nella vita parlamentare sui processi legislativi (accesso alle e funzioni nelle commissioni, tempi di intervento in aula, definizione degli ordini del giorno, limitati fondi, ecc.) per quei deputati o gruppi di deputati che abbandonano una “frazione” parlamentare o che dopo le elezioni si suddividono in diversi gruppi parlamentari, nonostante che prima delle elezioni avessero fuse le loro liste nell'intento di superare la soglia di sbarramento (vedi i casi di PdCI/Verdi al Senato e RNP di socialisti e radicali).

La statistica può essere di un certo aiuto: il numero di partiti rappresentati nel parlamento federale tedesco sono 3 partiti fino alla fine degli anni '70 (CDU/CSU, SPD e FDP – i liberali), poi la nascita dei Verdi, e dal 2005 anche l'emergere di un partito a sinistra di Verdi e SPD la cosidetta “Sinistra” composta da movimenti para-sindacali e post-comunisti dell'ovest e il partito PDS dell'est, erede dell'SED, l'ex-Partito Socialista Unitario della RDT. Così in effetti qualcuno potrebbe dire che nonostante questi dispositivi anche in Germania si è arrivati a frammentare il panorama politico sempre di più, fino ad raggiungere oggi 5 partiti rappresentati in parlamento. Già questo numero sarebbe un grande successo per una realtà come quella italiana, ma anche per un'altra realtà come quella francese dove il “doppio turno” secondo alcuni farebbe miracoli per limitare la frammentazione, nonostante che ancora oggi sono presenti 12 partiti nell'Assemblée Nationale. Ma soprattutto l'emergere dei Verdi e de “La Sinistra” è da valutare all'interno di processi socio-culturali e politici che hanno in qualche maniera imposto la nascita di nuove aggregazioni, per necessità storiche, che però potrebbero benissimo essere superati da altre determinanti storiche.

Per esempio, benché i Verdi tedeschi riscuotono ancora un consenso relativamente sostanzioso (a livello nazionale del 9-11%), che si spiega sia con un proprio consolidato “blocco culturale” specialmente nelle grandi città, che con il premio che le varie opposizioni riscuotono attualmente grazie alla “Grande Coalizione” tra CDU/CSU e SPD, sono in verità destinati a essere superati come movimento o partito, dato che lo sviluppo sostenibile, la protezione dell'ambiente e la tutela dei consumatori stanno man mano diventando dominio comune anche per i grandi partiti (v. l'impegno della Cancelliera Angela Merkel su questi temi in Europa e nel mondo o il nuovo manifesto per uno sviluppo sostenibile della SPD).

Invece la divisione dell'ala sinistra e sindacalista del SPD dall'ala riformista e liberale che ha contribuito alla nascita de “La Sinistra” è – direi – fisiologica sia per la differente etica politica delle due correnti (vedi anche maggioranza e minoranza dei DS che sul PD si sono separati), sia per la crisi sociale ed economica causata da politiche economiche “imposte” dall'Unione Europea e da soluzioni neoliberali impropriamente addottate anche dal governo Schroeder – e a mio parere miopi - che scuotono nel profondo il vecchio ampio consenso sociale attorno all'”Economia sociale di mercato”, fondato negli anni '50 da Ludwig Erhard.

Scusandomi per l'excursus, queste argomentazioni mi servono per dire 2 cose:
nonostante l'emergere di 2 nuove formazioni politiche minori, ma non minoritarie, rappresentate nel parlamento federale tedesco, nell'arco DEGLI ULTIMI 30 ANNI, queste “frammentazioni” non sono altro che fisiologiche e non c'entrano niente con la frammentazione partitica italiana, che per la stragrande maggioranza è dovuta più a una cultura politica degl'interessi di parte, della difficoltà dell'elite italiana di saper collaborare o delle aggregazioni ideologiche. Anzi, visto che queste nuove formazioni sono abbastanza “giustificate” storicamente, risulta evidente l'equilibrio del “modello tedesco”, sia per la sua flessibilità democratica nel permettere l'emersione di innovazioni politiche, che per la sua funzione “anti-frammentazione”, cioè di disincentivare la crescita di movimenti e partiti poco rappresentativi.

Pertanto, immaginare qualsiasi limitazione, divieto o disincentivo draconiano (p.es. sbarramento al 10%, maggioritario secco, ecc.) per risolvere questi “mali” equivalgono solo a tentativi di amputazione che non garantiranno di salvare l'organismo. Il tipo di frammentazione politica italiana può essere disincentivato e forse limitato in parte con dispositivi come nel “modello tedesco”, ma può veramente essere superato solo con il buon esempio da parte dell'elite e dei grandi partiti italiani nell'affrontare in maniera democratica e matura le difficoltà di stare assieme in grandi aggregazioni, o con la dialettica politica che sa privilegiare il valore della collaborazione, piuttosto che gli interessi di parte di qualcuno, e con esemplari compromessi virtuosi piuttosto che voler soddisfare sempre tutti con i compromessi “all'italiana”, come si prova a fare quasi con ogni finanziaria (e Berlusconi qui non si salva affatto...).

Anzi, le limitazioni troppo forti espongono il sistema politico e la società al rischio di non permettere più la possibilità dell'emersione di innovazioni sul piano politico. Come nel caso dell'Inghilterra, dove grazie al maggioritario secco negli ultimi 50 anni è riuscito appena un solo nuovo partito ad entrare in parlamento – i liberal democrats – oltre ai due grandi partiti “storici” (Conservative Party and Labour Party). Il partito verde britannico, benchè esiste da quasi 3 decenni, non è mai riuscito a portare nemmeno 1 rappresentante nel'House of Commons nonostante picchi elettorali del 12-15% di consensi, cosa che ha prodotto una politica nazionale scarsamente attenta alle tematiche tipicamente care a questa formazione, se non recentissimamente nel governo Brown per le ragioni ovvie legate al cambio climatico.

Per concludere, usare il sistema elettorale per combattere la frammentazione è sicuramente non risolutivo. Ma a paragonare la situazione di rappresentanza politica in Germania con quella di altri grandi paesi europei, si nota che nel sistema tedesco si contano ad oggi (in 58 anni di Repubblica Federale) solo 5 partiti rappresentati nel parlamento federale contro il numero alto e difficile da stabilire di partiti e movimenti nel parlamento italiano, ma soprattutto anche meno della metà dei partiti francesi rappresentati oggi (2007) nell'Assemblée Nationale, nonostante il sistema del doppio turno. Invece al confronto con il Regno Unito, che conta meno partiti nell'House of Commons, però il sistema tedesco mostra maggiore flessibilità e apertura al nuovo. Questo equilibrio direi dovrebbe essere un argomento molto forte per i legislatori italiani...

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